È passato il tempo delle soluzioni ordinarie

Il XIX Congresso Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali entra oggi nel cuore tematico con una giornata pensata per dare voce a quelle competenze altamente qualificate che presidiano il comparto agroalimentare e selvicolturale in un contesto che stimola l’elaborazione di idee per rispondere efficacemente alle sfide presenti.

In coerenza con l’avvio alla FAO, che ieri ha inquadrato il dibattito tra bioetica, sostenibilità e transizioni tecnologiche, la seconda giornata rilancia una visione aperta e comparativa che mette in relazione le esperienze nazionali e internazionali di scenario con le case history del settore agroalimentare e selvicolturale.
Un confronto strutturato che consente alla professione di apprendere dal paragone, trasferire buone pratiche e restituire al Paese soluzioni concrete, scalabili e misurabili.

Il percorso odierno, ospitato al Campidoglio, si è aperto proprio con un focus su uno dei temi d’attenzione, ovvero quello dei boschi e delle foreste: resilienza degli ecosistemi, gestione attiva, filiere del legno e presidio della biodiversità diventano il banco di prova per una professione che sa integrare scienza ed esperienza sul campo. La sessione ha valorizzato il ruolo degli agronomi e dei forestali nell’anticipare i cambiamenti e nell’accompagnare le transizioni, ponendo le basi per un dialogo strutturato con istituzioni, ricerca e corpi sociali.
In questo quadro, la presentazione del protocollo MASAF–DISR3/CONAF segna un passaggio simbolico: l’allineamento tra politiche pubbliche e responsabilità professionale e il riconoscimento dell’eccellenza come motore di miglioramento continuo.

Nel prosieguo, l’attenzione si è spostata sui nuovi sistemi produttivi sostenibili tra qualità e sicurezza del cibo, uso efficiente delle risorse, economia circolare e innovazione digitale, tutti temi che vengono letti nella cornice di una competitività di lungo periodo che deve saper conciliare conservazione e sviluppo.

Infine ha fatto seguito un approfondimento sulla transizione ecologica nella pianificazione urbana, dove la cultura agronomica e forestale entra nel cuore delle città con infrastrutture verdi, nature-based solution, suolo e acqua: la qualità dell’abitare e la giustizia ambientale diventano così criteri per progettare spazi più resilienti e inclusivi in cui la capacità di leggere i sistemi viventi e di governarne le interdipendenze tra urbanistica, scienza ed ecologia qualificano il contributo degli agronomi e dei forestali.

Le trasformazioni che stiamo vivendo, così repentine, inattese e radicali hanno cambiato la realtà a cui credevamo di essere abituati e dobbiamo essere consapevoli che la cambieranno ancora.
Ecco perché dico che è passato il tempo delle soluzioni ordinarie, del qui e ora. Adesso serve uno sguardo più lungimirante

Presidente CONAF Mauro Uniformi